I tre sensi della volontà umana in sant'Agostino: la volontà come amore, libero arbitrio e consenso

Abstract

Esporremo in questa ricerca ciò che gli ipponesi intendevano per concetto di volontà, che si manifesta in tre sensi: come amore, libera scelta e consenso. Le opere lavorate per estrarre queste tre visioni del volere sono Le due anime (391 – 392 d.C.), Il Libero arbitrio (387/388 – 395 d.C.) e le Confessioni (397 – 400 d.C.). Ne Le Due Anime, Agostino definisce la volontà come impulso dello spirito. Questa forza dell'anima ha la proprietà di non essere costretta da nulla a conservare o acquisire un determinato obiettivo di interesse. Intrinseco a questa prospettiva autonoma dell'impulso, comprendiamo che la definizione di amore è presente; e l'amore qui significa una forza di unificazione e di propulsione dell'anima. Quando significa questo voler scegliere, ordina la vita della mente e del corpo. Quando acconsente, amministra ciò che deve essere conservato o acquisito, sia che accetti o meno i suggerimenti delle passioni o della ragione. Nell'opera Il Libero Arbitrio c'è una descrizione del disordine nella mente che la volontà provoca nel suo abuso di potere acconsentendo alle suggestioni di cattive disposizioni, sottomettendo e pervertendo l'intelligenza alle passioni. Nelle Confessioni c'è una dimostrazione della conseguenza di questo consenso inadeguato: la volontà si ammala perché va contro il fine primo per cui è stata fatta, cioè il ritorno all'unificazione con il Logos divino. Si divide così in due amori, o volontà, una parte cattiva e una parte buona. Quello cattivo mira ad andare contro l'ordine, mentre quello buono ha la posizione opposta.